Recensione “Nevernight. Mai dimenticare” di Jay Kristoff

Recensione “Nevernight. Mai dimenticare” di Jay KristoffNevernight. Mai dimenticare (Libro primo degli accadimenti di Illuminotte) di Jay Kristoff
Serie: Gli accadimenti di Illuminotte #1
Pubblicato da: Mondadori il 09/08/2016
Generi: Fantasy, Young Adult
Pagine: 462
Formato: Copertina Rigida
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Recensione senza spoiler

Destinata a distruggere imperi, Mia Corvere ha solo dieci anni quando riceve la sua prima lezione sulla morte. Sei anni dopo, la bambina cresciuta tra le ombre si avvia a mantenere la promessa che ha fatto il giorno in cui ha perso tutto. Ma le possibilità di sconfiggere nemici così potenti sono davvero esili, e Mia è costretta a trasformarsi in un'arma implacabile. Deve mettersi alla prova tra i nemici - e gli amici - più letali, e sopravvivere alla protezione di assassini, mentitori e demoni, nel cuore stesso di una setta dedita all'omicidio. La Chiesa Rossa non è una scuola come le altre, ma neanche Mia è una studentessa come le altre. Le ombre la amano. Si nutrono della sua paura.


Nevernight (“Gli accadimenti di Illuminotte” in italiano) è un libro che mi lascia dubbioso, mi è piaciuto ma non capisco bene il perché. L’ho letto in pochissimo tempo, preso dalla storia, ma a fine racconto non mi è rimasto nulla e ora riesco a vedere solo tanti difetti e pochi pregi. Però sono rimasto incuriosito dalla storia, ho già prenotato gli ultimi due libri della trilogia e non vedo l’ora di leggerli. Alla fine fa quello che dovrebbe fare un libro: intrattiene. Quando un libro intrattiene e coinvolge credo che gli aspetti negativi e positivi siano solo superficialità.

Trama

La trama del primo libro di Nevernight proposta nella quarta di copertina non mi aveva colpito per nulla. Mi sembrava la sinossi di un libro che cercava di copiare Harry Potter rendendolo più cruento e violento giusto per far parlare di sé. Per fortuna così non è, almeno non del tutto.

Il libro ha una narrazione piuttosto piatta e monotona, ma non ho trovato punti morti o capitoli creati apposta per allungare il brodo. Non ci sono grossi colpi di scena o eventi d’impatto, nemmeno verso la fine del libro. Non è noioso ma nemmeno emozionante, potremmo quindi dire che è un libro monotono.

Rappresentazione di Mia Corvere, protagonista di Nevernight

I primi capitoli sono introdotti da flashback che aiutano i lettori a capire il passato della protagonista e i motivi che l’hanno portata dove si trova in questo momento.

Nel corso del libro muoiono persone mai viste o nominate prima, cosa che ho trovato molto inutile, visto che in nessun modo ero legato a quei personaggi appena inventati.

WorldBuilding

Il worldbuilding in Nevernight l’ho trovato molto buono. Fantastica l’idea dell’autore di aggiungere delle note a piè pagina scritte dal narratore onnisciente. Queste note approfondiscono gli argomenti esposti durante la trama, aggiungendo dettagli utili alla comprensione del mondo della storia oppure descrivendoci eventi inutili, ma per fortuna questo più raramente. Pur essendo interessanti le note distraggono dalla lettura e questo potrebbe dar fastidio a molti. Personalmente, ho trovato un po’ pesanti solo le note prolisse su eventi inutili ai fini della trama, mi pareva di star perdendo tempo.

Romance

Nevernight inizia con una scena sessuale, forse inserita per stabilire sin dall’inizio il tono del libro. Dopo l’introduzione il romance passa in secondo piano, sempre presente ma in modo molto superficiale, cosa che apprezzo.
All’improvviso il libro diventa un romance di bassa qualità con descrizioni estremamente dettagliate di atti sessuali, fin nei minimi particolari. Questo non me l’aspettavo e onestamente l’ho trovato molto fuori luogo e inutile, aggiunto più per sfizio dell’autore che per fini utili.

Rappresentazione di Mia Corvere, protagonista di Nevernight

Stile di scrittura

Durante la lettura di Nevernight è facile individuare la più grande passione di Jay Kristoff: le similitudini senza senso, buttate a caso e di pessimo gusto. Il libro ne è pieno e purtroppo queste smorzano il ritmo della lettura perché il lettore è costretto a fermarsi per capire il loro senso logico. Queste similitudini le ho trovate particolarmente fastidiose e fuori luogo, spero che nei libri successivi non saranno presenti.

I personaggi secondari hanno una caratterizzazione superficiale senza un minimo di approfondimento, a malapena sufficiente per distinguerli. Durante la lettura l’interesse verso di loro è stato nullo, per me potevano morire o vivere senza alcuna differenza.

Le note a piè di pagina sono parecchie, alcune stravaganti e non utili ai fini della trama, ma molte aiutano a creare l’atmosfera del libro e del mondo di Nevernight, quindi non mi sono dispiaciute.

Conclusioni

Nevernight è un buon libro, alle volte strano e con qualche difetto, ma che tutto sommato fa il suo dovere: intrattiene.

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