Recensione “Il signore delle mosche” di William Golding

Recensione “Il signore delle mosche” di William GoldingIl signore delle mosche di William Golding
Pubblicato da: Mondadori il 17/05/2017
Generi: Distopia
Pagine: 265
Formato: Copertina Flessibile
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Recensione senza spoiler

Nel corso di un conflitto planetario, un aereo precipita su un'isola deserta. Sopravvivono solo alcuni ragazzi, che provano a riorganizzarsi senza l'aiuto e il controllo degli adulti. I primi tentativi di dare vita a una società ordinata hanno successo, ma presto esplodono tensioni latenti ed emergono paure irrazionali e comportamenti asociali: lo scenario paradisiaco dell'isola tropicale si trasforma in un inferno. Il Signore delle Mosche (il titolo, scelto da T.S. Eliot, allude a Satana) è un romanzo a tesi in cui Golding si serve delle forme dell'utopia negativa ("distopia") per mettere a nudo gli aspetti più selvaggi e repressi della natura umana ed esporre la sua concezione del mondo e dell'uomo.


Parlare de “Il signore delle mosche” è più difficile di quel che immaginassi. In sostanza è un libro che funziona: intrattiene, non annoia, addirittura ci fa la morale.

La storia parte da un concetto intrigante, ma non viene approfondita molto e rimane semplice. Non vi sono grossi colpi di scena e leggendo solamente la quarta di copertina si conosce già il 90% della storia. Questo non è necessariamente un problema, ma è giusto far presente che è un libro semplice sotto questo punto di vista (nei paesi anglosassoni è una lettura obbligatoria nelle scuole).

I pochi personaggi principali sono ben caratterizzati e con una profonda personalità, molto diversa gli uni dagli altri. Avrei preferito un approfondimento maggiore dei “piccoli” e del loro ruolo nella storia.

Vi sono molte allusioni alla religione cristiana, molte delle quali le ho però scoperte solo in seguito a una ricerca internet. Non danno fastidio e sono comprensibili, considerata la cristianità dell’autore, il titolo (allusione al diavolo) e anche al periodo in cui è ambientato il libro. Trovo che siano allusioni non forzate e ben inserite nel contesto del libro, in più se volete potete giocare a chi trova più citazioni cristiane con gli amici.

Lode infinita all’autore per aver creato un finale per la storia, finalmente un libro che non lascia tutto in sospeso.

Edizione

Questa edizione de “Il signore delle mosche” fa parte della collana Mondadori con l’angolo in alto a destra tagliato (ormai la chiamo ufficialmente così). Personalmente odio questa scelta di design, non la capisco nemmeno. Leggendo in giro ho notato che è un odio condiviso da molti, il che mi consola. A parte l’odioso taglio in copertina, l’edizione non presenta problemi di stampa o di altro genere. La postfazione dell’autore è molto curiosa e informativa.

Conclusioni

Un romanzo senza enormi pregi o difetti, ma con un concetto alla base del racconto molto interessante e una scrittura scorrevole.

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