Recensione “Maus” di Art Spiegelman

Recensione “Maus” di Art SpiegelmanMaus di Art Spiegelman
Pubblicato da: Einaudi il 28/11/2000
Generi: Graphic Novel, Storico
Pagine: 292
Formato: Copertina Rigida
Acquista su Amazon

Recensione senza spoiler

La storia di una famiglia ebraica tra gli anni del dopoguerra e il presente, fra la Germania nazista e gli Stati Uniti. Un padre, scampato all'Olocausto, una madre che non c'è più da troppo tempo e un figlio che fa il cartoonist e cerca di trovare un ponte che lo leghi alla vicenda indicibile del padre e gli permetta di ristabilire un rapporto con il genitore anziano. Una storia familiare sullo sfondo della più immane tragedia del Novecento. Raccontato nella forma del fumetto dove gli ebrei sono topi e i nazisti gatti.


Definire Maus “Graphic Novel” e basta sarebbe riduttivo. Non sapevo bene cosa aspettarmi da questo libro, ma non potevo di certo aspettarmi una lettura così forte e d’impatto.

Trama

Maus narra della storia del padre dell’autore, un ebreo polacco, durante la seconda guerra mondiale. La prima parte mostra il graduale inasprimento della vita del padre prima della guerra, fino ad arrivare alla segregazione e alla deportazione. La seconda parte descrive la deportazione e la vita nel campo di concentramento di Majdanek prima e di Auschwitz poi.

Le vicende ci vengono mostrate tramite i ricordi in flashback del padre. Tra queste l’autore inserisce anche i dialoghi che avvengono col padre nel presente, come se volesse mostrare al lettore come è stato creato il fumetto oppure le conseguenze che la prigionia ha avuto sul padre.

Disegni

I disegni di Maus sono sporchi, ricchi di nero. Aprendo una qualsiasi pagina salta subito all’occhio la forte presenza di colori scuri e ombre, quasi a voler appesantire ancor di più la storia. Ogni vignetta funziona in perfetta sintonia con la storia, aumentando il senso di angoscia che si ha durante la lettura.

Conclusioni

Una graphic novel meravigliosa, assolutamente consigliata a tutti.

Lascia un commento