Recensione “Panino al prosciutto” di Charles Bukowski

Recensione “Panino al prosciutto” di Charles BukowskiPanino al prosciutto di Charles Bukowski
Pubblicato da: TEA Generi: Narrativa
Pagine: 335
Formato: Copertina Flessibile
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Recensione senza spoiler

In una Los Angeles periferica e desolata, Henri Chinaski, adolescente ribelle, figlio di immigrati tedeschi, vive il suo apprendistato alla vita: la scuola, i piccoli furti, i giochi di strada, le risse, il baseball, le ragazze, il sesso. Un apprendistato ruvido, duro, ma anche denso di insolite sorprese per un tipo come lui. Tra i banchi della biblioteca, infatti, scopre la cultura, la compagnia dei libri e anche il conforto dell'alcol, la scrittura come unica strada alla conoscenza di sé.


Ultimo libro autobiografico di Bukowski, Panino al prosciutto chiude la quadrilogia iniziata con Post Office e lo fa descrivendo la vita del giovane Henry Chinaski (alter ego di Charles Bukowski) dalla nascita fino all’età adulta.

Bukowski ci racconta la sua infanzia con la sua caratteristica prosa scorrevole ma mai banale. Impariamo a conoscere i suoi genitori, i suoi parenti, i primi amici e le prime avventure. Scopriamo da dove nasce il suo cinismo e lo vediamo evolversi, osserviamo il piccolo Henry Chinaski diventare sempre più simile al Chinaski dei libri precedenti.

Un libro fondamentale per chi è intenzionato a conoscere meglio Bukowski, un libro molto piacevole per coloro interessati ai romanzi noir in stile Miami Blues.

Edizione

Edizione economica con copertina molto flessibile e leggera ma comunque di buona qualità. Non vi sono errori o difetti di alcun tipo.

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