Recensione “Picnic sul ciglio della strada” di Arkadi e Boris Strugatzki

Recensione “Picnic sul ciglio della strada” di Arkadi e Boris StrugatzkiPicnic sul ciglio della strada di Arkady Strugatsky, Boris Strugatsky
Pubblicato da: Marcos y Marcos Generi: Apocalittico, Distopia, Fantascienza
Pagine: 222
Formato: Copertina Flessibile
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Recensione senza spoiler

Marmont, una cittadina industriale come tante altre. Eppure, poco oltre la periferia, qualcosa è cambiato irreversibilmente. Al di là di hangar e capannoni, in mezzo a una natura splendida, si estende un territorio dalle caratteristiche uniche. È la Zona: uno dei sei luoghi del mondo 'visitati' dagli extraterrestri. La Zona: un luogo magico e pericoloso, che pullula di fenomeni sconvolgenti, di oggetti dalle qualità straordinarie. Come dopo un picnic sul ciglio della strada, a metà del viaggio fra una galassia e l'altra, gli extraterrestri hanno mollato i propri avanzi sul prato. Accumulatori eterni, gusci energetici, antigravitometri sono strumenti di altissimo valore scientifico ed economico, prede prelibate di studiosi e trafficanti. A Marmont nasce una nuova professione, quella di 'stalker'. Gli stalker entrano nella Zona a caccia di questi oggetti e li rivendono al miglior offerente. Tenace 'Cercatore' dell'Istituto delle civiltà extraterrestri, Red Schouart, in arte Roscio, è sedotto dalla potenza della Zona. Rapido, fortissimo, deciso, è pronto a strisciare su un suolo imprevedibile a temperature insostenibili. L'Eldorado sembra a un passo, in quel luogo assoluto, ma non sono né la ricchezza, né il potere, né la verità che premono a Roscio: è il brivido estremo della sfida, il desiderio di 'bucare' lo schermo del possibile che lo spingono a trasgredire le leggi - fisiche e morali - di una comunità pavida e corrotta.


Picnic sul ciglio della strada, il più famoso libro dei fratelli sovietici Strugatzki, viene considerato come la più importante opera di fantascienza russa, fonte di infinita ispirazione per altri autori (per esempio la serie Metro, qui parlo di Metro 2034 e qui di Metro 2035). Il libro presenta un approccio diverso alla fantascienza da me letta in precedenza, sia per quanto riguarda i contenuti sia per il metodo di narrazione.

Gli alieni esistono e durante un loro passaggio per il nostro pianeta ci hanno lasciato delle Zone, aree ricche di manufatti stravaganti e che presentano fenomeni unici. I cosiddetti Stalker entrano illegalmente in queste aree estremamente pericolose alla ricerca di oggetti da rivendere. Uno di loro è Roscio, protagonista del libro.

Il libro si concentra sulla storia di Roscio nel corso degli anni, effettuando salti temporali atti anche a dividere il libro in capitoli. Si è coinvolti nella sua storia, nelle sue emozioni mentre esplora la Zona e quando ne esce. La Zona e i manufatti non vengono approfonditi molto, se non per sporadiche spiegazioni e per un lunghissimo ma scorrevole dialogo a metà racconto, e a****l lettore viene lasciata molta libertà d’interpretazione. L’origine stessa delle zone non viene spiegata in modo preciso; gli autori forniscono diverse teorie, poi sta al lettore scegliere la sua preferita o crearsene una nuova. Per via dei libri che sono solito leggere ho trovato questa “libertà di pensiero” molto gradevole e interessante; è un libro che più lo leggi più scopri dettagli.

Alcune parti del racconto sono angoscianti in modo perfetto.

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La lunghezza è ottima, non annoia mai e non lascia questioni in sospeso. Il finale è a libera interpretazione e porta il lettore a discuterne con altri lettori, anche questa una novità per me.

L’edizione è meravigliosa, la adoro. La copertina è flessibile ma cartonata, con effetto ruvido (Identica a quella di LMVDM di Gipi, che già avevo elogiato). Purtroppo pur avendone cura si rovina facilmente. Le pagine interne sono di carta Pigna, come scritto nel libro stesso, e sono più lisce rispetto alla carta usata normalmente. All’inizio dà una sensazione strana, ma in contrasto con la copertina crea un effetto davvero piacevole. Un’edizione ottima per un libro ottimo.

Cosa mi è piaciuto: La storia, la tecnica narrativa, la libertà d’interpretazione, l’edizione.

Cosa non mi è piaciuto: I “capitoli” sono infiniti, il libro spesso è introvabile, io l’ho tenuto sotto osservazione per un mese prima che tornasse disponibile (in poche copie)

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