Recensione “Rockaway Beach” di Jill Eisenstadt

Recensione “Rockaway Beach” di Jill EisenstadtRockaway Beach di Jill Eisenstadt
Pubblicato da: Black Coffee Generi: Narrativa
Pagine: 260
Formato: Copertina Flessibile
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Recensione senza spoiler

Rockaway, New York, anni Ottanta. Peg, Alex, Chowderhead e Timmy trascorrono le loro giornate sulla spiaggia, dove alcuni di loro lavorano come bagnini. Fanno baldoria, cavalcano onde, condividono sogni. Il gruppo, però, perde un membro essenziale quando Alex riceve una borsa di studio da un college del New England. Per Timmy, che ha abbandonato il liceo a pochi mesi dal diploma e da sempre è innamorato di Alex, questo è un duro colpo. Per distrarsi e superare l’inverno si fa assumere al minimarket del quartiere e scrive lettere, che poi non invia, al padre che non ha mai conosciuto. Intanto Alex, che a Rockaway non si non si è mai sentita capita, si ambienta nella nuova scuola scoprendo di essere la più «normale» fra i suoi compagni. Le dinamiche antropologiche che studia sui libri di testo le paiono ben più interessanti delle discutibili attività cui assiste nel suo dormitorio e il tedio gradualmente accende in lei la nostalgia di casa.Ma l’estate seguente sulla spiaggia di Rockaway soffia un vento diverso. Il gruppo si trova faccia a faccia con una cruda verità: puoi scappare quanto vuoi, ma non lascerai mai del tutto casa. Crescere è una scelta. C’è la vita. E poi c’è Rockaway Beach.


Libro di debutto di Jill Eisenstadt, Rockaway Beach narra le vicende di un gruppo di ragazzi che, finita la scuola, si ritrovano ad affrontare diversi cambiamenti nella loro vita. Molti di loro lavorano come bagnini in estate e nel supermercato locale in inverno, mentre Alex, una dei protagonisti, ottiene una borsa di studio per il college e si trasferisce lontano da Rockaway.

Trama e Stile di scrittura

Il libro copre il periodo dalla fine della scuola fino all’estate successiva. Ogni capitolo è un episodio a sé stante e non esiste nessuna trama di fondo, il che non è necessariamente un male. Si tratta infatti di un libro leggero, che intrattiene per la sua durata ma che, una volta finito, non ci lascia molto, se non il vago ricordo dei suoi stravaganti protagonisti.

Lo stile di scrittura è rapido e un po’ rozzo, molto simile a quello di Willeford e Bukowski. A volte, proprio per queste sue caratteristiche, sono stato costretto a rileggere certi passaggi piuttosto confusionari, ma tutto sommato è molto scorrevole e godibile. Inoltre, credo sia uno stile ottimo per accompagnare il tema generale del libro.

Personaggi

I protagonisti del libro sono descritti in modo superficiale, il che rende difficile distinguerli durante le prime fasi della lettura. Una volta conosciuti meglio, però, ognuno di loro risulta essere interessante e riconoscibile. Ci sono parecchi personaggi secondari che fanno solo comparse singole o saltuari e, quando lo fanno, ricordarsi di loro è praticamente impossibile.

**Edizione

Questa è stata la mia prima edizione Black Coffee, anche se già avevo notato i loro libri da un po’. La qualità è ottima sotto tutti i punti di vista, dalla traduzione senza errori alla fattura stessa del libro. Apprezzo particolarmente il design e la texture della copertina. Il libro include anche un segnalibro uguale alla copertina.

Conclusioni

Un libro semplice da leggere, molto leggero ma godibile. Mi ricorda molto Miami Blues di Willeford, sopratutto per lo stile di scrittura.

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