Recensione “Shadow and Bone” di Leigh Bardugo

Recensione “Shadow and Bone” di Leigh BardugoShadow and Bone di Leigh Bardugo
Serie: Shadow and Bone #1
Pubblicato da: Square Fish il 05/06/2017
Generi: Fantasy, Young Adult
Pagine: 358
Formato: Copertina Flessibile
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Recensione senza spoiler

Surrounded by enemies, the once-great nation of Ravka has been torn in two by the Shadow Fold, a swath of near impenetrable darkness crawling with monsters who feast on human flesh. Now its fate may rest on the shoulders of one lonely refugee.
Alina Starkov has never been good at anything. But when her regiment is attacked on the Fold and her best friend is brutally injured, Alina reveals a dormant power that saves his life—a power that could be the key to setting her war-ravaged country free. Wrenched from everything she knows, Alina is whisked away to the royal court to be trained as a member of the Grisha, the magical elite led by the mysterious Darkling.
Yet nothing in this lavish world is what it seems. With darkness looming and an entire kingdom depending on her untamed power, Alina will have to confront the secrets of the Grisha . . . and the secrets of her heart.


Preso dalla bellezza di Six of Crows, libro fantastico, ho deciso di approfondire tutto l’universo Grishaverse, iniziando quindi a leggere la trilogia di Shadow and Bone. Rispetto alla duologia di Six of Crows, questa trilogia è molto più piccola e viene anche presentata in modo più blando, con delle copertine, a mio parere, visivamente meno appaganti.

Trama e Stile di scrittura

Lo stile di scrittura è scorrevole, sicuramente un punto a favore del libro.

La trama, invece, è lenta e noiosa. Per metà libro siamo costretti a leggere gli stessi eventi che avvengono nelle giornate della protagonista: colazione/pranzo, allenamento fisico e allenamento magico. Vi è poi un twist che porta finalmente l’azione, ma purtroppo questo dura solo poche pagine, perché poi riprendono le noiosissime descrizioni delle giornate della protagonista, una uguale all’altra. Nel finale si hanno finalmente scene più interessanti, ma purtroppo si risolve tutto in poche pagine lasciando un finale apertissimo per il seguito.

Worldbuilding

Il worldbuilding è una parte fondamentale nella costruzione di una saga delle dimensioni del Grishaverse (sei libri ad oggi), anche se molti preferiscono negarlo. Il potenziale era altissimo, ma in questo libro è stato sprecato. Veniamo infatti catapultati in questo mondo fantasy come se nulla fosse, leggendo sin da subito nomi ed eventi inventati senza nessuna spiegazione collegata ad essi. Durante il corso del libro qualche dettaglio viene fornito, ma mai in modo esaustivo. Si conclude la lettura con più domande che risposte, facendo fatica a immaginarsi il mondo Grisha. Non mi aspetto un capolavoro di worldbuilding ai livelli del Trono di Spade, re indiscusso in questo campo, ma nemmeno un lavoro così povero come questo.

C’è un altro fattore che molti non apprezzano ma che, in quanto ignorante in materia, personalmente non avevo nemmeno notato: gli innumerevoli errori riguardanti la lingua e la cultura russa. Nel caso in cui questi errori riguardassero la mia lingua e cultura originale, credo proprio che non mi farebbe affatto piacere, quindi mi pare corretto segnalarlo. Vi lascio una recensione su Goodreads in cui vengono spiegati bene i vari problemi riguardanti Shadow and Bone e la lingua russa.

La magia nel Grishaverse funziona in modo molto interessante, ma nemmeno questa opportunità è stata sfruttata a dovere. Ci sono poche spiegazioni, perdiamo più tempo a leggere di come la protagonista non sia in grado di correre per più di mezzo metro per la centesima volta piuttosto che imparare di più sulla cultura e sulla storia Grisha. Spero che nei seguiti di Shadow and Bone venga approfondito il worldbuilding e che mi venga descritta meglio la magia del mondo Grisha, piuttosto che inventarsi nuove, stupide relazioni.

Alina, la protagonista di Shadow and Bone

Romance

Le relazioni sono la parte peggiore del libro. Innanzitutto, si tratta di un romance classico e stupido, che si basa sul protagonista misterioso ed attraente che, a differenza del migliore amico di lei, considera la protagonista. Lei si innamora, abbandona l’amico, ma poi capisce l’errore e torna dall’amico. Anche l’amico capisce l'”errore” che ha fatto, ovvero non farsela piacere, così si innamorano e vivono felici e contenti. Parte romance noiosa, scontata, prevedibile ed incredibilmente poco realistica. Il degrado totale lo si ha quando il migliore amico, dal nulla, scopre di amare la protagonista con una delle frasi più ridicole che abbia mai letto:

I’m sorry it took me so long to see you, Alina. But I see you now.”

Precisazione un poco spoiler:
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Personaggi

I personaggi sono tutti lineari e stereotipati, il che li rende estremamente noiosi e prevedibili. Nel libro è presente la collezione completa dei personaggi più banali possibili:

  • Protagonista brutta e sfigata che alla fine diventa la migliore;
  • Il suo amore della vita non corrisposto che è un modello Abercrombie sin da quando aveva 6 anni;
  • Antagonista bellissimo e misterioso, tutti lo vogliono ma lui desidera solo la protagonista brutta;
  • Amica della sfigata bella ma esclusa e odiata da tutti;
  • Tizia random, inutile ai fini della storia, bellissima ed estremamente popolare che odia la protagonista con tutta sé stessa.

La protagonista è la persona più pesante e patetica che abbia mai letto, forse anche un po’ per colpa della prima persona. Si lamenta di continuo di tutto e, quando non lo fa, è perché ci viene detto quanto il suo amico o l’antagonista sia bello. Interi paragrafi sono dedicati alla descrizioni delle sue sensazioni per ogni minimo sguardo, o anche per meno.

Piccolo dubbio spoiler:
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Edizione

Il cofanetto della trilogia è semplice cartone di bassa qualità e le copertine non sono differenti da quelle standard, se non per un taglio sulla parte destra della copertina, senza senso e antiestetico.

A fine libro vi sono dei contenuti extra, tra cui una lunghissima lettera di Mal stampata con un font quasi illeggibile e una intervista a Leigh Bardugo.

Conclusioni

Se questo è il vostro primo approccio al Grishaverse, sarà solo un pessimo libro. Se invece avete già letto altro, come Six of Crows o King of Scars, questo libro sarà pessimo e delusionale. Forse i prossimi libri saranno così belli da riscattare anche il primo, ma per adesso per me è solo un pessimo libro da evitare.

Aggiornamento Ottobre 2019: Vale la pena leggere la trilogia? Ne parlo nella recensione di Ruin and Rising, l’ultimo libro.

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