Recensione “Shakespeare non l’ha mai fatto” di Charles Bukowski

Recensione “Shakespeare non l’ha mai fatto” di Charles BukowskiShakespeare non l'ha mai fatto di Charles Bukowski
Pubblicato da: Feltrinelli il 29/05/2013
Generi: Letteratura di Viaggio
Pagine: 121
Formato: Copertina Flessibile
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Recensione senza spoiler

Scritto nel 1979, "Shakespeare non l'ha mai fatto" è il resoconto del viaggio che lo scrittore e la sua compagna Linda Lee intraprendono in Europa. Rivediamo Parigi e Nizza con gli occhi di Bukowski, gonfi per il poco sonno e frequentemente di malumore per le continue sbronze, ma soprattutto la provincia tedesca che gli aveva dato i natali. Non certo nelle loro caratteristiche geografiche bensì in quelle umane: gli amici artisti, i parenti di Linda, il vecchio zio tedesco e l'accoglienza di un pubblico che ama i suoi scritti nonostante l'autore continui a eccedere in comportamenti fuori dalla norma, persino scorbutici. Un diario di viaggio, dunque, ma soprattutto una serie di aneddoti, di storie di vita, in cui il grande scrittore continua a sorprenderci con le sue genuine quanto maledette rivelazioni sul senso dell'esistenza, la morte e l'amicizia. Il viaggio si srotola tra reading, presentazioni televisive e cene nel corso delle quali Bukowski non fa proprio nulla per conquistare il suo pubblico. Ma in questo sta la sua forza e originalità: presentarsi al mondo semplicemente per quello che è, senza nascondere le proprie umane debolezze, scrivendo alla fine un inedito viaggio sentimentale, composto di poesie e appunti di vita vera.


Dopo aver letto i quattro romanzi biografici di Bukowski, questo libro è stato una piacevole novità.

Bukowski compie un “viaggio di lavoro” in Europa insieme alla sua compagna Linda Lee, più precisamente in Francia e Germania. In questi paesi Bukowski è un autore famoso e riconosciuto e questo porta a parecchi spunti interessanti e, come già detto, a una piacevole sensazione di novità.

Purtroppo ho trovato la prosa molto confusionaria e differente rispetto al solito. Spesso vi sono pagine intere scritte in flusso di coscienza o semplicemente elencando elementi senza punteggiatura, rendendo la lettura difficoltosa.

Ho apprezzato parecchio i testi a inizio e fine libro riguardanti due differenti incontri con Bukowski.

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