Recensione “Un polpo alla gola” di Zerocalcare

Recensione “Un polpo alla gola” di ZerocalcareUn polpo alla gola di Zerocalcare
Pubblicato da: Bao Publishing il 16/05/2019
Generi: Graphic Novel
Pagine: 204
Formato: Copertina Rigida
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Recensione senza spoiler

Sono passati sette anni da quando il passaparola travolgente legato a Un polpo alla gola, graphic novel di Zerocalcare targato BAO Publishing, ha consacrato l’autore romano come il nuovo talento del fumetto italiano. I temi tanto cari al fumettista, come il trascorrere del tempo, il senso di appartenenza e l’identità personale prendono forma attraverso un mistero la cui soluzione può essere svelata solo a distanza di anni e solo grazie a una raggiunta maturità dei personaggi.


Al Salone del Libro ho acquistato Un polpo alla gola nella sua nuova versione variant e, cogliendo l’occasione al volo, sono riuscito a farmi fare una dedica da Zerocalcare!

Se con Macerie prime mi trovavo spesso spaesato per via degli argomenti non ancora rilevanti per me, in Un polpo alla gola mi sono ritrovato in quasi tutte le situazioni presentate nel volume.

Seppur ricca di elementi di finzione (non nel senso di fantasy, ma nel senso di eventi inventati), ho trovato la storia interessante e ben strutturata, sopratutto per quanto riguarda la divisione del libro nelle tre fasi di vita dell’autore.

L’umorismo è quello tipico di Zerocalcare, così come i bellissimi disegni, sotto questo punto di vista non ho visto molte differenze rispetto a Macerie prime.

Come al solito trovo difficile scrivere recensioni su fumetti così belli, perché mancano praticamente sempre elementi negativi di cui discutere. Concludo quindi con la frase promo di Un polpo alla gola, quella che effettivamente mi ha più colpito e che trovo molto forte per via del significato che ognuno può attribuirgli:

Nessuno guarisce dalla propria infanzia

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